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C’era una volta l’URSS è il t5itolo di una mostra d’atre contemporanea promossa dall’A.L.I.R. di Lecce allestita dal 21 febbraio al 9 marzo1998 nel bastione sud-est del Castello Carlo V.
Gli artisti, autori delle opere esposte rappresentano l’arte più recente di alcune repubbliche dell’ex Unione Sovietica: quella discriminata fino alla caduta del muro di Berlino, quella criminalizzata da chi ha governato l’arte nell’URSS.
Gli artisti dell’ex URSS prescelti per tale mostra sono: Lolita Timofeeva (Lettonia), Toomas Allik (Estonia), Arcady Estremskj (Russia), Michail Jasckhin (Bielorussia), Alexei Naumov (Lettonia).
Lolita Timofeeva gode notorietà in Italia più degli altri artisti esposti a Lecce perché nel 1991 (anno in cui la repubblica di Lettonia si è resa indipendente dall’URSS) ha scelto l’Europa Occidentale come contesto socio-economico-culturale nel quale proporsi e promuoversi come pittrice, stabilendosi a Bologna, dove ha casa ed atelier, e soggiornando frequentemente in altre città. Nella sua scheda si legge che le sue opere risultano riprodotte nei cataloghi delle fiere dell’arte di Bologna, Milano, Ginevra, New York oltre che nei cataloghi delle mostre personali allestite. Tanto che si è meritata la partecipazione alla Biennale d’Arte di Venezia ’97 come rappresentante ufficiale della sua Repubblica di origine.
Toomas Allik, Arcady Estremskj e Michail Jasckhin godranno notorietà intensificando la propria attività espositiva sulla scia delle mostre alle quali hanno già partecipato e di quelle già programmate.
Alexei Naumov ha un ruolo istituzionale in Lettonia che lo favorisce nell’essere prescelto come partecipante a mostre collettive all’estero: è vicerettore dell’Accademi9a Nazionale di Belle Arti di Lettonia.
Diversi l’uno dall’altro per quanto riguarda la poetica, l’iconicità e la resa formale, i cinque artisti ex sovietici sono accomunati dal fatto che realizzano le proprie opere utilizzando come supporto la tela.
Le opere di ciascuno dei cinque pittori protagonisti sono state accorpate su superfici parietali distinte in modo tale che hanno costituito esibizioni personali interagendo autonomamente con i visitatori. È stato facile, perciò, a chiunque, privilegiare con attenzioni meditate e commenti argomentati l’autore in sintonia con le proprie conoscenze e preferenze artistiche.
Paolo Bruno
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