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L'arte della memoria

Vedute di Novoli

Vedute di Novoli

 

 

Le cartoline più antiche raffiguranti Novoli, risalenti all'ultimo decennio dell'800 e ai primi anni del '900, sono oggi rarissime e praticamente introvabili, se non presso pochissime collezioni private. Altrettanto rare e preziose sono le cartoline stampate nel periodo compreso tra l'immediato primo e secondo dopoguerra (1918-1950).

 

Tuttavia possiamo oggi disporre, grazie all'intelligente opera di Mario Rossi, segretario generale de Il Parametro Editore e da sempre impegnato nel recupero della memoria del passato più o meno remoto

della cittadina di Novoli, che ha saputo conservare e preservare dall'incuria del tempo e degli uomini un certo numero di fotografie e/o cartoline che hanno il pregio di essere veri e propri "pezzi di

antiquariato" in quanto testimonianze iconografiche del comune del nord Salento.

 

Con l'ultimo evento editoriale in ordine cronologico, L'arte della memoria, l'instancabile Mario Rossi ha voluto rendere omaggio a coloro che hanno costituito il primo nucleo abitativo di Novoli: a coloro che hanno abitato la cittadina salentina, facendola crescere e prosperare, e a coloro che sono riusciti a conservarla così come oggi la vediamo. Ha, infatti, catalogato e reso fruibili da un vasto pubblico, sbiadite ed inconsuete, molte immagini fotografiche scattate da alcuni geniali fotografi locali, e da qualche tipografo con la mania del commercio improvvisatosi editore.

 

Le cartoline proposte riproducono strade, piazze, monumenti, chiese così come sono state in un passato più o meno remoto.

 

Confrontando queste immagini fotografiche d'annata con quelle odierne, ci sorprendiamo come nelle cartoline moderne e multicolori, realizzate magari con strumenti elettronici e digitatici, sia assente l'uomo.

 

In quasi tutte le fotografie documenti del passato, invece, è possibile notare e osservare i numerosi venditori ambulanti, i pellegrini e icuriosi che affollano lo spazio antistante la fòcara nelle ore immediatamente precedenti l'accensione del 16 gennaio in occasione della festa patronale, la folla che ascolta un comizio politico, un folto numero di persone frequentatrici della Piazza Mercato, operai impegnati a lavorare negli stabilimenti vitivinicoli, contadini nei campi durantela breve pausa dedicata al

consumo dello spuntino.

 

In altre cartoline è possibile esaminare uomini rigidamente vestiti di scuro che fanno sfoggio dell'immancabile cappello in testa, donne che indossano lunghi abiti, bambini con pantaloncini corti e piedi scalzi che corrono festosi per le vie cittadine.

 

Guardando queste fotografie si ha l'impressione di avvertire l'aromatico odore del legno lavorato nelle falegnamerie, il ritmo delle battute sulle incudini nelle officine dei fabbri, il ticchettio dei telai, l'acre odore degli zoccoli dei cavalli e dei muli ferrati dai maniscalchi locali.

 

A Mario Rossi vada la gratitudine mia e di quanti si prefiggono, nell'ambito delle più disparate iniziative, di contribuire a mantenere viva la cultura della memoria della nostra "piccola patria".

 

Piergiuseppe De Matteis

 

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