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La Madonna nelle immaginette sacre


Una mostra di immaginette devozionali, di Santini, come sono universalmente noti, o figurine che dir si voglia, potrebbe sembrare banale in un momento in cui il proliferare di mostre di vario tipo non può che ingenerare confusione e forse anche disaffezione. Ma così non è. Senza avere pretesa alcuna di gareggiare con le opere d’arte che nella tematica religiosa raggiungono vette sublimi, le immaginette sacre documentano un aspetto particolare della devozione popolare: i “Santini”, infatti, rappresentano uno degli aspetti caratteristici della religiosità.

Oggetti di intimo sentimento d’amore, da quelli eseguiti con tecniche raffinate a quelli di gusto popolaresco, dalle incisioni di buon livello artistico a quelli più semplici, quasi ingenui, sono tutti testimonianza di un fenomeno ricco di fascino e di misticismo che rappresenta anche una fonte per conoscere l’evolversi della devozione e scoprire aspetti poco noti della cultura popolare, di una vera e propria arte minore, non per questo meno suggestiva.

Chi di noi non conserva uno di questi Santini nel portafoglio, nel cruscotto dell’auto, in un libro, sul comodino accanto al letto. Chi, sia esso una persona semplice o un intellettuale, non ha avuto almeno una volta nella vita il bisogno di avvicinarsi a Dio attraverso queste piccole immagini?

Il visitatore attento, infatti, andrà quindi ben oltre i colori e i merletti di queste figurine entrando fino in fondo nella dimensione spirituale e di fede nella quale tali piccoli pezzi di carta sono in grado di condurci.

Ma non solo questo. Alle funzioni pietistiche, le immaginette aggiungono altri aspetti. Come afferma Gennaro Angiolino: “esse custodiscono le tradizioni popolari del culto, nella maniera più genuina e più intera. Da esse traspare l’arte popolare più spontanea. Esse testimoniano storicamente l’evolversi di un mondo sociale complesso, dove le credenze religiose restano il cardine di tutta la vita. Il collezionarle oggi non è solo un hobby, un sano e consigliabile passatempo, un puro vago. È anche lo spunto per profondi studi iconografici, grafici, artistici, socio-religiosi”.

E quale soggetto poteva essere il più indicato per inaugurare questa prima rassegna nella Chiesa Matrice di Campi Salentina, dedicata alla Madonna delle Grazie, se non la stessa Madonna, la Madre di Dio, Colei alla quale ogni essere umano si rivolge nei momenti supremi:


Il nome del bel fior ch io sempre invoco

e mane e sera…………………

(Dante, Paradiso, XXIII)


Ricordatevi, o pietosissima Vergine Maria,

che non si è inteso mai al mondo,

che alcuno ricorrendo alla vostra protezione,

implorando l’aiuto vostro e chiedendo il vostro patrocinio

sia restato abbandonato.

Animato io da una tale confidenza a Voi ricorro,

o Madre Vergine delle Vergini,

a Voi vengo e colle lagrime agli occhi,

reo di mille peccati mi prostro ai vostri piedi a domandare pietà.

Non vogliate, o Madre del Verbo,

disprezzare le mie voci, ma benigna ascoltatemi

ed esauditemi. Così sia.

(San Bernardo)


Le immaginette esposte, più di mille, ma potrebbero essere molte di più, ci dicono quale e quanta sia la devozione che, attraverso la gamma quasi infinita delle stesse immagini a Lei dedicate, testimonia l’universalità del suo culto nei molteplici aspetti dell’esistenza umana, che nella figura della Madonna, Madre di Dio e degli uomini, trova conforto e speranza.


Elio Dimitri

Locandina

 

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