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La semplicità, - scrisse il De Sanctis, - è la cosa nella sua apparenza immediata".
È proprio ciò che emerge dalla lettura di questa breve esposizione di Antonio Tamiano circa la storia di Novoli.
Diversi anni fa gli studi di storia locale erano trascurati perché era difficile sfidare l'indifferenza della gente per racconti storici che non fossero animati dalle gesta, vere o presunte, di eroi, santi, principi, re, imperatori.
Tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento si sviluppò la Corografia, descrizioni dedicate ad un gruppo di unità locali ciascuna delle quali veniva illustrata, più o meno brevemente, nei suoi aspetti fisici, storici ed umani. Nelle corografie il filo rosso della storia si intrecciava con quello della leggenda divenendo spesso indistricabile.
Ai giorni nostri siamo animati da maggiore spirito critico e da un crescente interesse per le nostre comunità. Ecco, pertanto, perché in molte storie municipali vengono presi in considerazione anche gli aspetti economici, religiosi e sociali.
Oggi la ricerca storica può giovarsi anche degli studi relativi alla topono-mastica che spesso permettono di superare i limiti di tempo fissati dalla documentazione pervenuta.
Un esempio del genere ce lo offrono queste pagine di Antonio Tamiano che ci permettono di gettare uno sguardo su un periodo che è anteriore di diverse centinaia di anni rispetto ai più antichi documenti custoditi presso archivi pubblici e/o privati.
L'Autore ha voluto offrire a tutti i compaesani l'opportunità di sapere chi siamo e da dove veniamo nella consapevolezza che ri-tornare alle proprie radici è un'esigenza viscerale e ineludibile per tutte le comunità che vogliono cercare di scoprire il proprio volto e i propri percorsi.
È mio desiderio che queste pagine si leggano con diletto e che servano a suscitare e/o risvegliare giuste curiosità in chi desidera conoscere il proprio habitat o che non intendono perdere la memoria di sé.
Antonio Tamiano ha dato un contributo importante perché ciò non accadesse.
E di questo dobbiamo essergli grati.
Piergiuseppe De Matteis
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