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Pitruddri

giochi e passatempi dimenticati

 

Nella nostra attuale società,caratterizzata da rapidi mutamenti tecnico-scientifici, nonché sociali, perderemmo facilmente ogni legame col passato, di conseguenza la nostra stessa identità, se non ci fossero attenti ricercatori di patrie memorie che con le loro pubblicazioni custodiscono dall’oblio del tempo usi e tradizioni locali. Tra questi cultori, da alcuni anni, opera con passione Piergiuseppe De Matteis che, ora, dopo certosine indagini, presso parenti e conoscenti e attraverso la lettura di varie pubblicazioni, è riuscito con la solita dinamicità a raccogliere in un magnifico volumetto notizie su sessantanove giochi (un tempo ingenuo divertimento di bambini ed adolescenti), non più praticati da diversi decenni. De Matteis ha intitolato la pubblicazione Pitruddi, ovvero sassolini, sperando che queste notizie siano come i sassolini di Hansel e Gretel, punti di riferimento nella lunga strada della storia che l’umanità percorre. I giochi, nel complesso, sono descritti con tale accuratezza e chiarezza di linguaggio che, anche dove mancano i vivaci disegni dell’artista Francesca Mele, pare di vedere frotte di ragazzi e di ascoltare le loro grida gioiose, per cui il lettore che ha superato i quarant’anni, con facilità, preso dall’emozione, si rivede ragazzo tra i suoi amici di un tempo ormai lontano. Il lavoro di De Matteis, però, va al di là della semplice descrizione dei giochi e del richiamo mestico, infatti di alcuni ne evidenzia l’origine, risalendo al tempo degli antichi greci e romani, mentre di altri ne scopre la radice etimologica, tanto che il professor Ennio Bonea nell’introduzione lo ha definito "libro museo". Inoltre, questo libro ha anche un notevole valore sociologico, poiché tra le righe traspare la situazione socio-economica di Novoli e del Salento quando si legge la descrizione delle tecniche rudimentali con cui i ragazzi si costruivano alcuni giocattoli, utilizzando materiale di risulta o rami d’albero e canne, in quanto pochi avevano i soldi per comprare giocattoli dai negozi. E qui emerge il sociologo critico che prende il sopravvento sullo storico rivelando come ieri i ragazzi raggiungevano facilmente la felicità accontentandosi di cose semplici, quali palle di pezza, carretti costruiti con rami di fico d’india, monopattini di legno e tante altre cianfrusaglie con cui affollavano strade e cortili, mentre oggi, pur acquistando giocattoli sempre più sofisticati e costosi, in quanto bersagliati da una martellante pubblicità, sono continuamente insoddisfatti.. Ma soprattutto l’autore, nel vedere la strada, un tempo luogo di ingenui giochi che facilitavano la socializzazione, trasformata da alcuni anni in un campo inquinato e pericoloso, materialmente dalle automobili e anche moralmente da gente senza scrupoli dedita a traffici illeciti e dall’incremento della microcriminalità, non esita ad esortare gli amministratori comunali a "progettare il recupero di nuovi spazi idonei al gioco e ad attrezzare quelli già esistenti".

Leggere questa nuova pubblicazione di De Matteis aiuta non solo a non dimenticare, ma anche a comprendere meglio che le piccole cose semplici possono renderci felici come lo eravamo quando la società consumistica ancora non aveva minato il nostro "essere" per dare spazio all’"avere".

Angelo De Pascalis

 

giochi dimenticati

 

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