di frate Angelo da Pietrafitta
Pochi conoscono lo scultore calabrese frate Angelo da Pietrafitta vissuto nella seconda metà del 1600 e il suo allievo frate Pasquale da San Cesario di Lecce.
Loro facevano crocefissi in legno dipinto, mercanzia pregiata in quei tempi.
E li facevano bene, anche se la fama e la cronaca artistica li ha decisamente trascurati…
Eppure quanti fedeli hanno innalzato, speranzosi, il volto verso queste effigi, simbolo del Cristianesimo.
I crocefissi di questi artisti sono sparsi per tutto il Salento, da Lequile ad Ostuni, da Presicce a Nardò, ma li troviamo anche a Matera,a Bari, a Taranto. E a Lecce, nella chiesa di San Lazzaro, in una nicchia di fronte al confessionale sul lato destro.
Una ricerca su questo autore e sul suo discepolo, nostro conterraneo, è stata di recente effettuata da Pamela Tartarelli. La pubblicazione edita dal Parametro col patrocinio della fondazione Città del Libro di Campi Salentina con introduzione di Paolo Maci e foto di Pierluigi Bolognini rene onore al fino ad ora sconosciuto scultore e apre uno spiraglio su questa forma d’arte che ha conservato, ai giorni nostri, pochissimi seguaci. Belli ed ispirati i crocefissi di frate Angelo: ricchi di messaggi e di particolarità, non solo artistiche.
Chi sapeva, ad esempio, che l’autore inserisce sul corpo martoriato del Salvatore una sesta piaga, invisibile al visitatore, che è quella sulla spalla, formatasi nel portare il legno della croce?
Raffaele Polo
in "La Notizia", Anno XXI, 2004 n. 13 pag. 7 |