Omaggio a Duilio Natale – mostra di dipinti

Omaggio a Duilio Natale - Mostra di Dipinti

Duilio Natale, madonnaro, pittore, suonatore di organetto e fisarmonica, cantore di storie di santi, girovago. E’ nato nel 1931 a Novoli, dove vive tuttora, nei pressi di Lecce. Iniziò a disegnare da ragazzo, non a scuola, che frequentò solo per un paio d’anni, ma facendo il garzone di un carbonaio: portava il carbone a domicilio e ne adoperava dei pezzi per disegnare sui muri. Con l’andare del tempo, le soste divenivano più lunghe, i disegni più complessi, le consegne meno puntuali. Durante la guerra, l’incontro con un pittore ungherese profugo a Novoli, Laios, che dipingeva su stoffe per cuscini e lenzuola, fu decisivo; Duilio decise di seguirlo, se ne andarono in varie città, si lasciarono a Napoli, dove il pittore prese la nave per l’Argentina. Duilio rubava con gli occhi, apprendeva con rapidità le tecniche pittoriche. Nella città campana imparò i graffiti su ceramica annerita dal fumo; a Lecce un puparo gli insegnò, tra l’altro, a realizzare affreschi. Soprattutto, faceva il madonnaro, un po’ ovunque, durante le feste, nei pressi dei santuari. Guadagnava bene e spendeva pochissimo, dormendo sotto le panchine o la cassa armonica, senza remore di chiedere e ottenere ospitalità; avendo imparato a suonare la fisarmonica, si avvicinava ai tavoli, la sera, agli avventori dei bar, qualcosa ricavava, e pazienza se la pioggia (poteva accadere) aveva cancellato troppo presto il santo ritratto per terra con i gessetti. Suonava nelle masserie, portava la serenate. Tra viaggi di andata e ritorno mise su famiglia; finalmente nel 1975 viene assunto come bidello, dopo aver conseguito la licenza media nella scuola serale, ma continua a svolgere, quando può, l’attività di madonnaro e musicista.
Ha realizzato anche dei quadri, non pochi, ma in buona parte dispersi, alcuni dei quali esposti in questo allestimento, e degli affreschi. La mostra vale come omaggio, come riconoscimento delle qualità di Duilio, un piccolo risarcimento della sua esistenza faticosamente tessuta con la creatività e il talento.
Ai piedi dei suoi santi colorati Duilio scriveva: <<Chi si dice felice non sa niente della vita, è il dolore il vero educatore degli uomini; esso ci ha insegnato le arti, la poesia, la morale, ha dato un valore alla vita suggerendoci il sacrificio e con il buono ed augusto dolore ha dato l’infinito nell’amore>>.

Sul finire della scorsa estate, due note antropologhe francesi, Giordana Charuty e Michèle Coquet, direttrici di ricerca rispettivamente presso l’École Pratique des Hautes Études e il Centre National de la Recherche Scientifique, oltre che membri di altre importanti accademie, hanno lasciato Parigi e sono giunte a Novoli seguendo una flebilissima traccia, una notizia trovata nel catalogo di un artista italiano, Ezechiele Leandro, relativa alla presenza di un madonnaro nella cittadina salentina.
L’interesse di entrambe è rivolto, da qualche tempo, a una ricerca sull’arte popolare, con l’obbiettivo di ripensarne la stessa definizione e la concezione comunemente acquisita. Giunte in paese, sono state indirizzate da Mario Rossi il quale, come al solito disponibile e prodigo di informazioni, ha svelato immediatamente l’identità del madonnaro, ha accompagnato le studiose a conoscerlo e presso le famiglie che possedevano opere pittoriche da lui realizzate. Si trattava, come avrete capito, di Duilio Natale, un signore ormai anziano, molto conosciuto anche per la sua attività di cantore girovago, che si rivelava un’artista piuttosto complesso, in grado di padroneggiare varie tecniche pittoriche, essendosi cercati i suoi maestri (non istituzionali) in giro per l’Italia. Da qui è nata l’idea di organizzare una mostra delle opere che si riusciva a recuperare, intesa come un omaggio rivolto a Duilio da parte della sua comunità. Con il titolo “Omaggio a Duilio Natale”, la mostra, con la cura di Mario Rossi, ha avuto effettivamente luogo nella Drogheria delle arti ed è stata aperta nei giorni dedicati a Sant’Antonio Abate, dal 12 al 20 gennaio 1017, inaugurata alla presenza dell’autore e dei suoi familiari, e anche delle professoresse Charuty e Coquet, tornate a Novoli in quello stesso periodo, per osservare la festa, riprendere il lavoro sul campo e tenere, nel palazzo baronale, una conferenza dal titolo significativo e lusinghiero: “Ripensare l’arte popolare a partire dal Salento”. Il lavoro di Duilio e, prima di lui, di Ezechiele Leandro, viene posto come punto fermo per una riflessione di carattere generale, che non riguarda solo questo territorio, ma la elaborazione di concetti relativi all’esperienza artistica.
La mostra e la conferenza hanno certamente avuto un significato forte per la cittadinanza, ma rimarranno momenti isolati, e presto dimenticati, se non saranno seguite dalla realizzazione, che è stata prevista, di un catalogo, al quale speriamo che si possa metter mano in tempi brevi. Sia Giordana Charuty che Michèle Coquet hanno promesso il loro contributo, l’impegno di quanti hanno seguito la preparazione della mostra non mancherà; io spero che al momento in cui starete leggendo questo articolo si siano già mossi dei passi concreti. A me rimane viva ancora la sorpresa di quel che, inaspettatamente, ho visto; e negli occhi restano quel paesaggio palustre, onirico, fantastico scelto per il manifesto, e i disegni, in negativo, sulle piastrelle affumicate, il viandante grottesco, la coppia di ragazzi. Un saluto a Duilio.

Eugenio Imbriani

Ripensare l'arte popolare a partire dal Salento
Ripensare l’arte popolare a partire dal Salento

Omaggio a Duilio Natale

mostra di dipinti

Interverranno:

Avv. Gianmaria Greco – Sindaco del Comune di Novoli

Dott. Piergiuseppe De Matteis – Presidente Ass. cult. Il Parametro

Prof. Eugenio Imbriani – Università del Salento

a cura di Mario Rossi

12-20 Gennaio 2017

orario 10.00-12.00/17.00-20.00

Drogheria delle Arti – Novoli

 

Pubblicato da Mario Rossi

Mario Rossi è nato nel 1941 a Novoli (Lecce). Salentinologo autodidatta, si è autoacculturato attivandosi come ricercatore di documenti inediti d’epoca, organizzatore di esposizioni d’arte, ed editor di pubblicazioni realizzate per Il Parametro, casa editrice e associazione culturale, della quale è stato il referente primario (Il Parametro). Bibliofilo e collezionista, dispone di una notevole raccolta libresca d’autori e studi salentini, e di 3.500 “santini” più volte utilizzati (e disponibili) per l’allestimento di esposizioni monotematiche o specifiche.

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