I Passionisti a Novoli

Cent’anni di fervore

Cento anni di vita in comune, un selva di ricordi, tanta parte di storia scritta insieme: Novoli e il Convento, parola per il Paese, da sola, sta ad indicare un ordine religioso, tutta un’attività missionaria, ma soprattutto una presenza ormai strettamente connessa al suo tessuto sociale. Che poi il centenario sia già trascorso, così come si scopre leggendo il libro edito proprio per l’anniversario, poco importa. Le cronache del convento indicano il 1887 coma data della posa della prima pietra del “ritiro”; le fonti studiate e rigorosamente riportate da uno dei due autori de “I Passionisti a Novoli 1887-1987” (Il Parametro Editore, Novoli) anticipano la data ponendola tra l’85 e l’87. Bisognerà però aspettare ancora degli anni perché si abbia l’entrata ufficiale dei padri nel convento di Novoli: il 7 luglio 1894 “una comunità di cinque religiosi passionisti prese possesso di notte tempo del nuovo ritiro, in forma del tutto privata… La nuova comunità formata dal padre Serafino della Vergine Addolorata, seriore, Marcello della santissima Annunziata, vicario, Timoteo di San Michele Arcangelo e dai fratelli Paolino dei Sette Dolori e Sisto di Gesù Bambino cominciò così la sua vita di preghiera e di apostolato”.

Il libro, 130 pagine in carta patinata e fotografie a colori, è diviso in due parti: la prima è una ricerca stoica sulla fondazione del ritiro passionista a Novoli. La chiave di lettura suggerita dall’autore, Carmelo Turriti passionista anch’egli e superiore del convento di Ceglie Messapico, è quella della presenza di “una comunità religiosa nella storia di un paese alla fine dell’800”.

La seconda parte della pubblicazione, a cura di Mario De Marco, è un catalogo delle opere sacre in cartapesta conservate presso la chiesa e il convento.

Ricco di immagini, di fonti inedite, di riferimenti bibliografici, il libro è n’utile guida per chi non conosce la storia dei passionisti a Novoli e un riuscito promemoria per chi di queste cose è in qualche modo padrone per averle in parte vissute in prima persona, in parte assorbite attraverso i ricordi di altri. “Il nostro obiettivo”, dice il superiore del convento, padre Innocenzo, “è stato quello di far conoscere le origini della nostra presenza qui per non far perdere al paese la sua memoria storica. E la scoperta che la data della posa della prima pietra, riportata dalla cronaca interna e fata propria dalla gente non corrisponde a quella reale, costituisce un contributo alla esatta ricostruzione storica di certi eventi”.

Pressoché inedite per molti potranno anche risultare quelle sculture in cartapesta, opera di Giuseppe Manzo, la cui conoscenza per la mancanza di un catalogo, è stata in qualche modo tenuta in ombra. Così s scopre che la chiesa e il convento dei padri passionisti dispongono di una vera e propria collezione, rappresentano “un pregevole museo che nessuna istituzione civile è riuscita a realizzare, nonostante tanto blaterare sulla cartapesta di cui puntualmente si celebra il “de profundis”. Il volume, dunque, diventa “memoria storica dell’arte dei santi di carta”. Di cartapesta, anzi mai, di giornali, perché il pluridecorato cavaliere Manzo non si servì dei fogli stampati: “I santi”, diceva “non si vestono con le notizie”.

Di notizie è invece ricco il libro che verrà ufficialmente presentato il 5 marzo, in occasione della tavola rotonda che si terrà presso la Casa del Fanciullo. Vi parteciperanno la direttrice dell’Archivio di Stato di Lecce Maria Concetta Ingrosso, il direttore della Biblioteca Provinciale, Alessandro La porta, i professori Francesco De Luca e Bruno Pellegrino, l’architetto Mario Cazzato. Il dibattito sarà moderato dal professor Salvatore Palese. Sarà quella l’occasione in cui si parlerà della centenaria presenza dei Passionisti a Novoli e della funzione culturale da essi svolta. E non solo perché il convento fu aperto all’esperienza dello “studentato” già nel 1898 ed ha formato teologi, fra alterne vicende fino al 1969 quando la scuola venne definitivamente chiusa, ma soprattutto per quella sua biblioteca ricca di tremila volumi che ha come prezioso fondo base la Patrologia greca e latina e alla quale il paese guarda come ad un suo patrimonio intangibile. Anche se le difficoltà economiche dei Padri impediscono una fruizione costante e regolare di quella raccolta. Un bibliotecario, insomma, costa. Il Convento non può sostenere la spesa e tutto rimane chiuso. Non è proprio possibile per le istituzioni laiche intervenire in qualche modo?

Quando qualche tempo fa circolò la voce della chiusura del convento per scarsità di padri, i novolesi insorsero. Non ci fu appartenenza a parrocchia che potesse dividere il paese. E si sa, tra clero secolare (i sacerdoti) e clero regolare (i padri) c’è sempre stata un sorta di pacifica convivenza, ma sena particolari aperture e popone integrazioni. Ma per difendere il “suo” convento, laddove ce ne fosse bisogno, Novoli è pronta a scendere in piazza. Del resto, al convento non ha dato 2 dei suoi figli i cui nomi e la cui opera il libro riporta? E a scelta di Novoli come sede di una comunità di Passionisti non fu dettata dall’entusiasmo suscitato da una missione che i padri predicarono in paese nel 1875?

“Al loro primo apparire si eccitò nel popolo gran desiderio di udire la parola di Dio, quale desiderio andò crescendo di giorno in giorno per modo che la Chiesa parrocchiale divenne incapace al numero degli uditori che accorrevano, tanto era il desiderio di udire la parola di Dio che non trovando posto nella Chiesa, salivano sopra i cornicioni, sopra i confessionali, si occuparono le porte e dove rimaneva qualche piccolo vano… La parola di Dio ascoltata con tanto entusiasmo, doveva produrre il frutto desiderato, quindi vedevasi un continuo affollarsi di persone di qualunque condizione, sesso ed età al sacro tribunale, e concepirono tale e tanta stima di quei buoni padri che mal soffrendo di vederli partire da loro, concepirono il disegno di farli rimanere per sempre presso di sé”. Così riportano le cronache del convento. In esse il paese ancora si riconosce, anche se non sempre affolla la chiesa in stile gotico, recentemente rimessa a nuovo.

Ma il richiamo che in ogni tempo il convento ha esercitato è sempre vivo: in quei lunghi e freddi corridoi, in quella navata dalle linee aguzze, in quello scorrere della vita ritmato da antiche regole, chissà perché diventa più facile il muto raccogliersi in se stessi che scava fino in fondo laddove antichi insegnamenti giacciono sopiti.

Rosanna Metrangolo

in “Quotidiano di Lecce” 20 febbraio 1988, pag. 16

I Passionisti a Novoli - Schede Salentine - Il Galatino
I Passionisti a Novoli – Schede Salentine – Il Galatino

Pubblicato da Mario Rossi

Mario Rossi è nato nel 1941 a Novoli (Lecce). Salentinologo autodidatta, si è autoacculturato attivandosi come ricercatore di documenti inediti d’epoca, organizzatore di esposizioni d’arte, ed editor di pubblicazioni realizzate per Il Parametro, casa editrice e associazione culturale, della quale è stato il referente primario (Il Parametro). Bibliofilo e collezionista, dispone di una notevole raccolta libresca d’autori e studi salentini, e di 3.500 “santini” più volte utilizzati (e disponibili) per l’allestimento di esposizioni monotematiche o specifiche.

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