La cartapesta salentina tra passato e presente

La mostra che col patrocinio dell’Amministrazione Comunale e della Biblioteca “M. Gatti” di Mandria doveva celebrare i cento anni della fondazione della Casa passionista di Manduria e l’operosità missionaria dei Padri, ha espresso il tema della Croce nel Sud così ricco di suggestioni e sollecitazioni. Gli artisti hanno visto nel dolore, cristianamente accettato, il segno della forza redentrice della Croce e il tema si è dilatato fino ad accogliere tutti i problemi della gente del Sud, tutti quei problemi che i Padri Passionisti trovarono venendo nel nostro Meridione e posero, col segno della Croce, nella luce salvifica del Cristo.

Non c’è stata opera che non abbia espresso l’argomento che era, sì, religioso, ma anche laico e sociale.

La mostra, dottamente presentata dal professor Mario Falco e che ha avuto quale madrina la gentile signora Giulia Valente, è stata salutata con entusiasmo dal numeroso pubblico presente la sera dell’inaugurazione ed è stata visitata per tutti i cinque giorni seguenti da operatori nel campo dell’arte, da studenti e da tanta gente proveniente anche da paesi non immediatamente vicini riscuotendo pieni consensi sia per l’iniziativa (e ciò ripaga gli sforzi di chi l’ha ostinatamente voluta) e sia per qualità delle opere esposte. Gli artisti, numerosi e di notevole levatura, si sono detti felici di aver partecipato e ciò per due motivi fondamentali, per la pregnanza del tema e per la serietà nell’impegno per l’organizzazione: si è trattato di una mostra di alto livello qualitativo.

 

Enzo De Cillis

Pubblicato da Mario Rossi

Mario Rossi è nato nel 1941 a Novoli (Lecce). Salentinologo autodidatta, si è autoacculturato attivandosi come ricercatore di documenti inediti d’epoca, organizzatore di esposizioni d’arte, ed editor di pubblicazioni realizzate per Il Parametro, casa editrice e associazione culturale, della quale è stato il referente primario (Il Parametro). Bibliofilo e collezionista, dispone di una notevole raccolta libresca d’autori e studi salentini, e di 3.500 “santini” più volte utilizzati (e disponibili) per l’allestimento di esposizioni monotematiche o specifiche.

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